Contrasti

Il tema “Contrasti” si presta, in fotografia, sostanzialmente a due diverse interpretazioni. Può esservi contrasto a livello formale, per cui parliamo di contrasto di forme, colori e toni, e poi vi è il contrasto nel contenuto della foto ovvero nel soggetto rappresentato. Tutto questo può poi svolgersi all’interno di una singola foto, oppure nella contrapposizione tra due foto (o due serie di foto) opposte per forma e/o contenuto. Infine, in una serie di immagini, si può individuare un livello che chiameremo narrativo in cui le fotografie della serie rappresentano, nella loro sequenza, il racconto di una qualche forma di contrasto.
Diciassette autori del Circolo Fotografico Friulano, agendo in completa autonomia e ognuno totalmente all’oscuro dell’operato degli altri, hanno esplorato nei loro lavori le tante possibilità interpretative offerte da un tema non facile, proprio per via dei molteplici livelli semantici che racchiude in sé.
La rivista si apre con le immagini di Ivano De Simon che, partendo dalla definizione canonica di contrasto in fotografia, tratta il tema in modo sistematico ma non didascalico, dimostrando grande padronanza tecnica e grande conoscenza della storia della fotografia.
Contrasto di colori e di toni, di figure e di forme, di luci e di ombre nelle opere vivacissime di Cristina Achucarro, nel rigoroso bianco e nero di Franca Filaferro, negli scatti urban di Paola Lupi. Ma ecco che addentrandoci nelle pagine della rivista scopriamo nuove modalità interpretative: nelle immagini di Dario Buttazzoni il chiaro e lo scuro – binomio fotografico per eccellenza – diventano il racconto del giorno e della notte, visioni contrastanti dello stesso spazio. Matteo Turco e Fabrizio Toneatto affrontano la dimensione antropologica dei contrasti: il primo legando simbolicamente il bianco e nero alle maschere brutte ed il colore alle maschere belle; il secondo raccontando di Napoli, città dalle infinite contraddizioni in cui tutti gli opposti all’infinito si incontrano.
Volendo trovare un filo conduttore che leghi gran parte delle opere, questo potrebbe essere rappresentato dall’antica dicotomia tra Natura e Cultura che tanto ha impegnato le diatribe di filosofi e antropologi. Senza dover necessariamente esprimere un qualsiasi giudizio, è innegabile che il contrasto tra l’ambiente naturale e l’ambiente urbano, tra le forme della natura e gli oggetti artificiali, è sempre ben presente agli occhi di tutti. Emblematiche da questo punto di vista sono le fotografie di Sandro Boato, Stefano Meroi, Daniela Roveretto e Paolo Parussini.
E lo stesso contrasto tra la rosa e la viola, di Luca Meroi, cos’è se non la contrapposizione tra il fiore che cresce spontaneo nei prati e nei boschi – la viola – ed il fiore che è il risultato delle infinite cure umane – la rosa – tanto da non esistere più in natura nelle forme in cui la conosciamo ora. Anche un altro filone che troviamo nelle gallerie della rivista, l’opposizione tra vecchio e nuovo, o meglio tra Antico e Moderno, proposta tra gli altri da Giuseppe Roccasanta, a ben vedere è un’estensione del grande contrasto tra Natura e Cultura, laddove, inserendo nell’equazione la variabile tempo, osserviamo nell’ambiente antropizzato un allontanamento progressivo da forme organiche alla natura verso spazi sempre più artificiali e alieni alla natura stessa.
Antiche rovine in cui la natura tenta di riprendersi il suo spazio accanto a moderni condomini, muri di sassi e imposte di legno accanto a lisce superfici di cemento e di vetro; questo e molto altro negli scatti di Sandro Vicedomini, Daniele Agosto, Marina Tosolini. Giovanna Lunazzi, con la sua rara abilità di costruire una storia per immagini, ci offre una via di fuga (anche se la direzione non è menzionata).

Giuseppe Roccasanta

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